Your browser does not support JavaScript! Letychicche: La Casa interiore: abitare il passato senza restare prigionieri

La Casa interiore: abitare il passato senza restare prigionieri











La casa interiore:  come trasformare il passato in risorsa

Ogni luogo che ci ha accolti custodisce luci e ombre. Sta a noi scegliere cosa portare con noi e cosa lasciar andare



La casa non è solo un luogo fisico. Non è solo un tetto sopra la testa, un letto in cui riposare o un piatto dove mangiare. La casa è anche un luogo simbolico, profondo, intimo. È come un grembo che ci avvolge, ci accoglie, ci protegge. Almeno, così dovrebbe essere.
Ma non sempre è così.

A volte la casa può diventare scomoda, stretta, persino ingombrante. Eppure, è lì che nascono i nostri primi ricordi – belli e brutti, leggeri o dolorosi. Alcuni ci scaldano ancora il cuore. Altri, invece, pesano come macigni.

E allora, cosa farne di tutto questo passato?

Puoi scegliere. Sì, hai il potere di scegliere dove guardare: se rimanere fermo a ciò che ti ha fatto male, rimproverandoti o portando rabbia… Oppure lasciare andare. Puoi decidere di non trascinarti dietro ciò che non ti serve più. Di liberarti di quella zavorra emotiva che ti tiene a fondo.

Ogni luogo della nostra vita porta con sé luci e ombre. Non esiste un posto fatto solo di dolore, così come non esiste un luogo perfetto privo di ferite. La memoria è complessa: anche nei posti difficili possono nascondersi frammenti di bellezza, e anche nei luoghi felici possono esserci crepe. Sta a noi riconoscere entrambe le parti e decidere a cosa vogliamo dare valore.

E quando tu cambi dentro, anche il tuo sguardo cambia. Ciò che prima ti faceva soffrire, oggi può insegnarti qualcosa.

Non sei obbligato a portare tutto con te. Puoi scegliere cosa conservare, e cosa lasciare. Solo ciò che ti nutre, solo ciò che ti aiuta a crescere.
Perché tu non sei la casa in cui sei cresciuto, per quanto difficile sia stata. Tu non sei nemmeno la tua storia. Sei molto di più.

Non serve fuggire dalla casa per guarire.

A volte, per proteggersi dai ricordi dolorosi, si sceglie di non frequentare più certi luoghi, come la casa in cui si è cresciuti. È comprensibile. Ma non è sempre necessario. Non è la casa in sé a ferire, ma il significato che le abbiamo dato.



Quando impari a separare il passato da ciò che sei oggi, puoi tornare in quei luoghi senza dolore, perché hai trasformato il ricordo, non il posto. Frequentare la casa non significa accettare tutto ciò che è accaduto lì. Significa solo che oggi sei libero di esserci in modo diverso.

Possiamo sempre creare nuovi ricordi

La cosa più potente è sapere che possiamo ricominciare. Anche nella casa in cui siamo cresciuti - o in quella in cui abitiamo oggi -possiamo costruire nuovi ricordi, pieni di amore, cura e consapevolezza.

Non è mai troppo tardi per riempire quegli spazi di risate sincere, gesti gentili, di presenze che ci scelgono e che scegliamo ogni giorno.

La guarigione può iniziare  proprio lì dove tutto è cominciato.


 
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